sabato 27 febbraio 2016

Aborto, divorzio e ancora unioni civili: perché non si sceglie più?

Sono nata in Italia nel 1986 da genitori italiani, quindi sono cittadina italiana.
No no, fermi tutti: con questa introduzione non sto proclamando la mia superiorità su eventuali altre razze, sia mai che qualcuno l'abbia pensato.
È solo per dire che sono nata in un paese dove è consentito abortire e divorziare visto che, prima che io nascessi, qualcuno -tra cui, ad esempio, anche i miei genitori, aveva deciso che in Italia fosse lecito abortire e divorziare.
Non ho mai saputo, quindi, cosa volesse dire vivere in un paese dove abortire e divorziare siano due cose non consentite, nè tanto meno ho vissuto il dramma degli aborti clandestini che mietevano tante vittime (e che non escludo siano scomparsi del tutto, ma tant'è).
Io sono favorevole all'aborto o meglio, sono favorevole alla libertà di scelta di ogni donna o di ogni coppia.  Sono contraria al ricorrere all'aborto come forma di contraccezione, ma questa è un'altra storia.
Sono favorevole anche al divorzio, anche se ammetto che conosco pochissime persone divorziate, ma moltissime separate. Non so perchè molti scelgano di non proseguire con il divorzio dopo una separazione, ma francamente mi interessano poco le scelte altrui.
L'importante è che si possa scegliere.
Fonti certe (mia madre) mi informano che divorzio e aborto, così come -nello stesso periodo- i referendum abrogativi relativi ad ergastolo e porto d'armi hanno causato un macello all'interno dell'opinione pubblica, visto che trattandosi di temi particolari è comprensibile che ciascuno la pensi a modo proprio.
Io vorrei tanto che il mio pensiero fosse riconosciuto come verità assoluta, sia chiaro. Se così fosse, mi risparmierei milioni di litigate con tanto di tirate di capelli (e io di capelli ne ho tantissimi, ma proprio tanti tanti, chili e chili di capelli che ormai vivono di vita propria), ma devo rassegnarmi che non verrà mai riconosciuta la mia assoluta ragione su tutto, quindi mi limito ad avere sempre ragione dentro casa mia visto che sono l'unica donna e quindi, come tale, ho sempre ragione.
A me sta toccando assistere al macello causato dalle unioni civili, solo che stavolta non c'è nessun referendum. Sarebbe stato tanto più semplice se fossimo stati noi cittadini a scegliere, evitando così discussioni inutili ovunque.

Ieri si è scatenata una discussione allucinante su Facebook, sulla bacheca del povero Fidanzato appena dimesso dall'ospedale. La condivisione di un link di quelli che fanno ridere e basta (o nel mio caso, suscitano invidia per cotanta inventiva). Un tizio ha cominciato a insultarlo -così, a caso.
Alla discussione mi sono unita io e altri quattro amici. E niente, ci siamo presi i peggiori insulti, nonostante di base l'idea fosse la stessa.
A discussioni del genere ho assistito spesso. Molto spesso.
Persone che la pensano in modo differente o talvolta, in modo identico, ma proprio non si capiscono che si insultano. A volte a vicenda, altre volte uno solo dei contendenti che insulta l'altro o gli altri, ma comunque in generale volano insulti.
Prendiamo la questione unioni civili. 
Mettiamo che io sia contro i matrimoni tra persone dello stesso stesso per un motivo qualsiasi, giusto o sbagliato che sia. Mettiamo che io argomenti la mia motivazione che probabilmente sarà inverosimile, ma resta comunque una motivazione.
Mettiamo che il mio interlocutore mi inizi a insultare dandomi della omofoba cicciona quattrocchi di m***a (gli occhiali non li porto più, ma un pò di ciccia ce l'ho), io magari sarò pure omofoba (per avere espresso un'idea?  Dov'è finita la libertà di espressione?), ma lui mi sta discriminando per ben due patologie: la miopia (o l'astigmatismo, o quello che vi pare) e per l'obesità (no, giuro, non sono obesa) che magari è anche dovuta a un problema di salute. Quindi non è meglio di me, anzi, forse è pure peggio.
Oppure mettiamo che sia favorevole all'aborto e che mi ritrovi a parlare con qualcuno assolutamente contrario e che questo, ascoltate le mie idee, decida che io, essendo un'assassina (non so se avete mai parlato con qualcuno del Movimento per la vita, ma vi assicuro le discussioni finiscono tutte con questo tipo di insulti) e lui, per punirmi, decida di sfregiarmi la faccia con l'acido. Chi dei due è peggio dell'altro?
Ho riflettuto a lungo su questa cosa. E sono arrivata alla conclusione che non fanno scegliere noi cittadini con un referendum perché siamo troppo impegnati ad insultarci l'un l'altro sui social network, per qualcosa che altro non è che un'idea. E, in teoria, le idee andrebbero sempre e comunque rispettate.
Un tempo, eravamo un paese moderno dicono  i giornali. Un tempo eravamo addirittura in grado di scegliere. Poi niente, è arrivato Facebook.



Per il mio punto di vista sulle unioni civili cliccate qui.

10 commenti:

  1. Non esiste proprio che la maggioranza decida della qualità di vita e dei diritti fondamentali di una minoranza.
    Il referendum si dovrebbe fare per qualcosa che riguarda tutti gli italiani senza distinzioni, non sta nè in cielo nè in terra che sia tu (tu generico) a decidere se io posso sposarmi o meno. Ti riguarda? No. Lede la tua libertà? No.


    Al di là di questo, in una discussione intelligente (e proficua e civile) si dovrebbero criticare le opinioni espresse, mai la persona che le ha pronunciate. E gli insulti ovviamente non sono accettabili (e con persone del genere di solito è assolutamente inutile parlare). Ma non sto nemmeno a dirtelo ;)

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    1. Secondo me, se la faccenda delle unioni civili fosse stata posta in un referendum, la legge sarebbe passata subito.
      Ovviamente, è una mia idea, ma sono convinta che siamo meno bigotti (come italiani intendo) di quel che si pensa :)

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  2. Sono perfettamente d'accordo sul fatto che l'insulto ti fa sempre passare dalla parte del torto. Se lo si usa è perché non si hanno altri argomenti.
    Su due cose però rimango un po' più scettica: l'aborto esiste per legge ma la legge è orrenda e la possibilità per i medici di essere obiettori ha fatto salire alle stelle le percentuali di aborto clandestino. L'idea che una donna per esercitare il suo diritto debba farsi centinaia di chilometri non è propria di una Paese civile. Ma questo magari è un altro discorso.
    Mi piacerebbe sapere quale post ha suscitato la discussione e ti spiego perché. Ieri un mio contatto (una persona della quale ho stima) ha pubblicato la foto di ragazze col burqa, con la battuta "foto di classe. Emozionante riconoscersi dopo anni". Fa ridere? A me no. Perché sarebbe meraviglioso se quelle ragazze potessero davvero andare a scuola. Invece non ci vanno e sono proprietà di un uomo. A volte bisogna riflettere una volta in più piuttosto che una in meno. Con questo, non sapendo qual è stato il post dello scandalo, non posso dire di più. E ovviamente, l'insulto mai. Che bassezza.

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    1. Era un link di una foto con scritto tipo "le donne hanno le tette, gli uomini i co****ni, ecc" di Squilibrati Mentali (non so se conosci) condiviso per prendere un giro gli Squilibrati Mentali. Niente di che.
      Tutti hanno capito l' intento goliardico (bisogna conoscere chi l' ha condiviso, ovviamente, ma do per scontato che nella propria bacheca privata, essendo accessibile solo ad amici conosciuti, ci si renda conto), tutti conoscono la nostra posizione favorevole alle unioni civili, è stato ribadito nel post, sono intervenute altre persone altrettanto favorevoli (per una delle quali è una questione per altro molto vicina), ma niente. Insulti a gogò, nonostante dicessimo tutti la stessa cosa.

      Sull' aborto sono d' accordo, l'obiezione è un male allucinante del nostro paese, se consideriamo che i pochi ginecologi non obiettori a volte si ritrovano a fare solo aborti per coprire le mancanze dei colleghi. Prima o poi ne parlerò in modo assolutamente più ampio, visto che è un tema che mi interessa parecchio :)

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  3. Stupendo questo tuo post!!!! Applauso davvero!
    Con l'arrivo dei social network crediamo di essere più liberi, ma non è vero perché, come hai ben detto tu, siamo troppo impegnati ad insultarci.
    Ci sono temi che non puoi assolutamente toccare o trattare perché se esprimi la tua opinione vieni attaccato, ma si tratta semplicemente di un'opinione. A me piacciono le discussioni, ma solo se sane e costruttive e soprattutto prive di insulti.

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    1. Discussioni costruttive non ne trovo -sul web- da un bel pezzo. È sempre una lotta a chi insulta di più.

      Ps. Grazie per i complimenti.

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  4. Assolutamente d'accordo per la questione degli insulti, sui social e nella vita in generale.
    Per quanto riguarda i referendum, il fatto è che per fare un referendum serve che la società si mobiliti, raccolga firme e lo richieda. Se no, di norma, spetta ai politici prendere decisioni, sono eletti per questo ( infatti in Italia i referendum sono quasi sempre abrogativi).

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    1. Divorzio e aborto, per esempio, erano abrogativi.
      Comunque si è vero, bisognerebbe che la gente si mobilitasse, ma secondo me, se questa mobilitazione non c'è, è appunto perchè siamo troppo impegnati a fare i ganzi sui social network, insultandoci a vicenda, invece che fare davvero qualcosa di utile...

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  5. Io ho scritto spesso sul mio blog ma anche sul mio profilo fb personale come i social network per certa gente dovrebbero essere off limits...leggo di insulti assurdi......

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    1. Toccherebbe istituire "un esame" per poter stare sui social...

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