L'argomento lavoro é un argomento che mi interessa tanto, da sempre, e credo di non averlo mai nascosto.
É vero che in Italia non c’è assolutamente lavoro o ancora
qualcosa si trova?
Non si può dire che assolutamente
non ci sia lavoro, qualcosa c’è e si può trovare, anche se è
innegabile che alcuni settori abbiano sentito la crisi più di
altri. Il vero problema, a mio modesto parere, è che il divario tra
numero di persone senza lavoro e numero di posti di lavoro
disponibili è così enorme da diffondere la sensazione comune che
non ci sia possibilità di lavoro per nessuno.
Le candidature che ricevete sono in linea con quello che cercate o
arrivano anche CV che non centrano nulla con la posizione?
Direi che il 70% delle candidature che
riceviamo non si avvicinano nemmeno lontanamente a quello che abbiamo
scritto nell’annuncio. Io capisco la disperazione di chi non trova
lavoro e risponde a qualsiasi annuncio, ma purtroppo così si finisce
per ottenere l’effetto contrario.
Mi spiego meglio: se in una
settimana pubblico 4 annunci di lavoro in 3 province diverse e mi
risponde sempre la stessa persona (che ovviamente non ha nemmeno una
caratteristica simile a quanto richiesto), la tendenza col tempo è
quella di non aprire più nemmeno il CV non appena si riconosce
l’indirizzo mail o si legge il nome della persona. Rispondendo a
centinaia di annunci a caso poi, si corre anche il rischio di fare un
copia e incolla di frasi scritte per altre posizioni, altre aziende o
altre agenzie per il lavoro e questo non è mai un bel biglietto
da visita. Ricevere una mail con scritto “Mi candido perché sono
un amante della natura e mi piace stare all’aria aperta” quando
ci si sta proponendo per una posizione di operaio in una fonderia non
è propriamente il massimo, così come scrivere “disponibile a fare
solo part-time la mattina” quando si risponde ad un annuncio in cui
era messo in evidenza che era necessario dare la disponibilità a
lavorare su turni e ciclo continuo. Stesso discorso per chi scrive
“Spettabile Azienda/Agenzia inserendo di seguito il nome
sbagliato”. Visto che di mail ne arrivano centinaia al giorno e
solitamente il tempo scarseggia sempre, quando si vedono queste
incongruenze si tende a non aprire nemmeno l’allegato con il CV,
dando la preferenza a candidature che appaiono, almeno in un primo
momento, più in linea con quanto si sta cercando.
Pubblico un annuncio perché sono alla
ricerca di un tecnico di laboratorio in ambito alimentare? Mi
rispondono commesse, aiuto cuoco, saldatori, badanti, giardinieri.
Cerco un magazziniere con patentino
per carrelli elevatori? Ricevo CV di assistenti alla poltrona,
elettricisti, muratori, estetiste, oss.
Una cosa che poi personalmente non
concepisco sono le candidature provenienti da centinaia di km di
distanza quando nella mail era ben specificato che venivano valutati
profili di persone in un raggio di 20-30 km, soprattutto perché
spesso si tratta di lavori di breve durata e di inserimenti urgenti,
per cui non ho la possibilità di chiamare candidati che abitano a
400km e farli venire in giornata per un colloquio conoscitivo che poi
magari non si conclude in nulla. Il problema in realtà non è chi
dichiara di abitare a Taranto se l’offerta di lavoro è a Milano
(piuttosto che di abitare ad Aosta se l’offerta è a Roma), ma di
chi dichiara di avere il domicilio nelle vicinanze della zona in cui
è stata pubblicata l’offerta. Peccato che però, puntualmente, ci
sia sempre la fregatura! Tra l’altro nella gran parte dei casi
queste persone si indispettiscono anche quando li chiami per fissare
un colloquio, perché sempre (e dico sempre) sono casualmente appena
tornati al paese di residenza e quindi non sono disponibili per il
colloquio… e diventano pure arroganti quando gli ricordi che
nell’annuncio c’era scritto che il contratto potrà avere al
massimo la durata di 1 mese, perchè ti dicono che in così poco tempo
non hanno nemmeno il tempo di trovarsi un appartamento in affitto e
che non si spostano mica se l’offerta non è duratura. Al che tu
resti li, con il telefono in mano, realizzi di aver buttato via del
tempo prezioso (non sono i tre minuti di telefonata in sé, sono quei
tre minuti moltiplicati per tutte le decine di chiamate che faccio a
CV di questo tipo) e ti domandi se sei tu che non ti spieghi
abbastanza bene quando indichi i requisiti nell’annuncio o se sono
le persone che non leggono nemmeno e rispondono a caso a tutto quello
che trovano. Ma soprattutto… se indichi sul curriculum la
possibilità di domicilio in zone limitrofe, com’è che quando ti
contatto mi dici che devi cercarti un appartamento in affitto?
Vi capita che qualcuno non si presenti a colloquio?
Apriamo il lungo capitolo di chi non
si presenta a colloquio. Anzi no, non apriamolo se no rischiamo di
star qui delle ore. Ovvio che si, capita che chiami i potenziali
candidati, fissi il colloquio, sembrano entusiasti e non sanno più come ringraziarti dell’opportunità che gli stai offrendo e poi:
- Si rompe la macchina (questa è
la scusa che va per la maggiore, la più usata, abusata,
consumata, gettonata); io ammetto anche che in una parte dei casi
sia vero, la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo dicono. Però almeno avvisa! Ovvio che se sento il candidato disperato,
che non sa più come scusarsi e sotto di lui rumori di officina e
persone che parlano di motore, freni e pistoni posso anche pensare
alla classica giornata storta e certamente fisso il colloquio in un
altro giorno.
- Un parente che ha avuto un
malore: sicuramente meno usata rispetto al guasto dell’auto, per
fortuna, ma capita con una discreta frequenza. Non potendo e volendo
indagare sulle cartelle cliniche dei familiari dei candidati, non si
può far altro che manifestare il proprio dispiacere e fissare il
colloquio in un altro giorno
- Si presentano oppure chiamano e
ti dicono che nel frattempo ci hanno ripensato. Nessuna obiezione,
si auto eliminano e puoi solo prenderne atto
- Chiamano per dire che non
verranno a colloquio perché hanno guardato su Google Maps o sul
navigatore e i km da fare sono troppi (generalmente mai più di
30), oppure la strada è brutta o trafficata, oppure non vale la
pena spendere soldi di benzina per un lavoro che poi non è nemmeno
sicuro
- Vengono inghiottiti da un buco
nero. É l’unica spiegazione che ho trovato per chi non si
presenta e non si degna nemmeno di avvisare.
Quando offrite un lavoro a qualcuno, tutti i candidati
accettano o c’è anche chi rifiuta?
In alcuni casi qualcuno rifiuta, ma se
devo essere sincera non capita così frequentemente, forse anche
perché cerchiamo di selezionare bene le persone quando abbiamo una
ricerca. Tra le decine di persone che invece vengono a fare domanda
di lavoro settimanalmente, ce ne sono alcuni che, con le
dichiarazioni che fanno e le pretese che hanno, praticamente è come
se rifiutassero le opportunità di lavoro prima ancora che tu possa
avere la possibilità di proporgliele. Poi magari sono gli stessi che
chiamano o passano ogni 2-3 mesi e ti dicono che è inconcepibile che
non siano ancora stati richiamati (ma con i parametri che hanno
indicato in termini di orari, distanza, stipendio, durata ecc. Io
credo che di lavori ne esistano veramente molto pochi)
Quali sono le motivazioni che portano a rifiutare, soprattutto di
questi tempi, un lavoro?
La più comprensibile, dal mio punto
di vista, è quella di chi rifiuta perché magari sta già lavorando
e ha preso in considerazione l’idea di cambiare, ma una volta
valutati azienda, retribuzione e altri fattori preferisce mantenere
il lavoro che già ha. Gli altri casi invece riguardano persone che
non sono occupate ma che per due diverse ragioni decidono di non
accettare: alcuni rifiutano perché percepiscono ammortizzatori
sociali (disoccupazione, mobilità ecc.), altri rifiutano perché
magari il contratto è troppo breve oppure troppo lontano da casa
(per alcuni, ad esempio, 20 km sono già un ostacolo insormontabile)
e ritengono non ne valga la pena. Su questi ultimi non ho molto da
dire, se non che spesso sono le stesse persone che si lamentano che
l’Italia fa schifo, che non c’è lavoro, che i loro figli non
avranno futuro e che servirebbe una rivoluzione popolare. Non ci
perdo nemmeno troppo tempo in questi casi, perché è gente che ha
preso la propria decisione e la accetto… Quello che mi crea un po’
di acidità di stomaco invece è la risposta “No, rifiuto, tanto
sono in disoccupazione/mobilità”. Quando accade di sentire questa
frase faccio sempre delle riflessioni che vanno in questa direzione:
rifiuti un lavoro? Benissimo, perdi il diritto agli ammortizzatori
sociali (anche perché, non me ne intendo di economia, ma non credo
proprio che l’Italia sia attualmente nella condizione di mantenere
gente che approfitta in questo modo del sussidio di disoccupazione).
In tanti comuni so per sentito dire che funziona così con la
mobilità, se ti chiamano per fare i lavori socialmente utili e ti
rifiuti, perdi il diritto alla mobilità.
Ognuno è libero di fare
quello che vuole della propria vita e della propria condizione di
disoccupato, ma quando si presentano persone che non lavorano da mesi
e che hanno iniziato a cercare lavoro soltanto a ridosso del termine
della loro disoccupazione, mi viene proprio da pensare che ci siano
troppe cose che funzionano male. Io posso anche immaginare il piacere
di godersi dei soldi per dei mesi stando a casa a far nulla, ma
vorrei almeno poter dire a queste persone di avere la decenza di non
lamentarsi con frasi del tipo “Così non si può andare avanti,
siamo disperati, non c’è via di uscita, non ci sono più i soldi
nemmeno per fare la spesa”.
Ciliegina sulla torta, poi chiudo il
capitolo, una persona un giorno si è giustificata così: “Certo
che sono stato a casa 9 mesi a far niente, ma sa che soddisfazione?
Che poi qualche lavoretto in nero si trova sempre da fare. Me lo
merito con tutte le tasse che mi fa pagare questo Stato”.
Arrivano mail e CV che fanno si che un candidato venga scartato a
priori? Quali sono gli errori più comuni che fanno si che un CV
non venga neppure preso in considerazione?
Personalmente difficilmente scarto
qualche CV o mail per una questione ortografica, a meno che gli
errori non siano così clamorosi da non permettere proprio di prendere
in considerazione una candidatura; diciamo pero’ che, ad esempio,
se una persona si candida per posizioni impiegatizie e il CV è pieno
zeppo di errori grammaticali o di utilizzo di abbreviazioni come “Ke,
Xkè, Qnd” non è proprio una bella presentazione. Gli errori di
battitura ci possono stare, il correttore automatico del Tablet o del
cellulare da cui si mandano i CV possono giocare brutti scherzi, ma
quello che si chiede a chi si candida per posizioni in cui i
requisiti sono serietà e precisione è almeno di ridare una lettura
veloce di controllo a ciò che si manda.
Mi capita invece frequentemente di
avere impressioni non molto positive durante i colloqui conoscitivi e
non nascondo che ci siano state cose che mi hanno portato a non
considerare idonea una persona per il modo che aveva di porsi o per
ciò che diceva. Fermo restando che tutto dipende dal trascorso
lavorativo di una persona, dall’età e da altri fattori, ci sono
cose che mi permetterei di suggerire perché ritengo siano proprio da
evitare:
- presentarsi senza Curriculum e
dire che è stato dimenticato a casa oppure dire “Ah ma non
pensavo servisse”; piuttosto apprezzo la sincerità di chi mi dice
che non aveva in previsione di entrare a fare domanda di lavoro e
che mi invierà il CV appena possibile
- Non avere la minima idea di che
cosa si sta cercando. L’abusata frase “Va bene tutto” a volte
non dimostra piena disponibilità al lavoro ma copre la più totale assenza di idee su cosa si voglia fare. Sia che una persona
abbia esperienze lavorative, sia che ancora non le abbia, non sapere
minimamente quali siano le proprie caratteristiche e i propri punti
di forza, che distanza si valuta per raggiungere il luogo di lavoro,
che tipo di orario si è disposti a fare, non è un indicatore che
ispira molta fiducia nella persona che sta tentando in pochi minuti
di farsi un’idea di chi ha davanti
- Andare al colloquio con
mamma/papà/nonni/moglie/marito/conviventi/parenti vari. Non tanto
perché mi diano personalmente fastidio gli accompagnatori, quanto
più per il fatto che di solito chi si porta un familiare fin
dentro l’ufficio in cui si svolge il colloquio generalmente non ha
modo di esprimersi. Che siano mamme o mogli, papà o mariti, uomini
o donne, gli accompagnatori non tacciono mai e parlare con i
candidati diventa davvero impossibile. Hanno sempre la risposta
pronta, soprattutto se si tratta di smentire o ritrattare quelle
poche parole che il candidato è riuscito fortunosamente a dire.
Mi racconti qualche aneddoto particolare successo da quando fai
questo lavoro?
Così su due piedi sicuramente non mi
verranno in mente tutti, ma cerco di far del mio meglio per ricordare
i più significativi, non tutti divertenti ovviamente:
-Durante il primo colloquio con i
candidati faccio generalmente compilare una scheda riassuntiva che
serve come breve introduzione al CV; il campo da completare che da maggiori problemi è indubbiamente quello dello stato civile, dato
che mi sono state fornite le seguenti risposte: “Repubblica” -
“Italia” - “Libero cittadino” - “Attualmente sono
single” (spesso usato per levarsi dall’impiccio di Celibe e
Nubile, che confondono non poco e raramente vengono azzeccati)
Altri si sono lasciati confondere dal campo “Città di residenza”,
lasciandolo vuoto e sostenendo di non poter completare perché loro
abitavano in un piccolo paese. (Vorrei precisare che gli esempi
riportati, anche di seguito, sono tutti di persone ITALIANE, sotto i
45 anni e dotate di un diploma di scuola superiore o di istituto
professionale. Giusto perché lo capisco anche io che uno straniero o
una persona italiana quasi analfabeta – e vi assicuro che ci sono,
mi chiedono di scrivere al posto loro perché non sono capaci –
siano giustificati nel fare errori)
- Qualche mese fa durante un colloquio
un candidato mi soffiava ripetutamente in faccia il “fumo” della
sigaretta elettronica e quando gli ho chiesto se per favore potesse
smetterla mi ha detto che stava cercando di smettere di fumare e
quindi quello era l’unico modo per resistere
- Durante una ricerca per una stagista
in un ufficio amministrativo, è capitato di ricevere un CV da una
giovane neo diplomata con scritto “Disponibile per tiroCIGNI”
(ripetuto anche nella mail di presentazione, dubito potesse trattarsi
di una doppia svista)
-Nel CV di una ragazza che cercava un
lavoro nel settore impiegatizio ho trovato le frasi “Ho partecipato
a diversi corsi di compiuter” e “Ottimo utilizzo del compiuter”
- Sembra
banale, ma più di una volta mi è capitato che il recapito
telefonico sul curriculum risultasse inesistente e non ci fosse altro
modo di contattare la persona che, per disattenzione nell’inserimento
del numero, perdeva chissà quante possibilità di lavoro
-Un ragazzo di circa 20 anni è
venuto a fare un colloquio ma prima ancora che potessi farlo
accomodare mi ha detto: “Sono qui solo perché mia mamma mi dice
sempre che sto a casa tutto il giorno a far niente e mi ha obbligato
a venire, ma le dico subito che io non sono interessato al lavoro che
offrite” (inutile dire che alla mia domanda “E allora che lavoro
ti piacerebbe fare?” mi ha risposto “Boh, non c’ho ancora
pensato e poi adesso arriva l’estate, uno si deve divertire”
-Ok che siamo in estate e le
temperature sono roventi, ma presentarsi a fare domanda di lavoro in
copricostume, infradito e capelli bagnati perché magari si è di
ritorno dalla piscina non mi pare molto indicato (lasciando tra
l’altro la scia di gocce su tutto il pavimento dell’ufficio e
bagnando la sedia)
-Un capitolo a parte lo meriterebbero
le foto che i candidati mettono sui CV, perché ne ho viste davvero
di tutti i colori: in costume, vestiti da carnevale, in discoteca,
con in mano un cocktail, con gli occhiali da sole, abbracciati ad un
cane. Senza dimenticare chi ha messo una foto in cui c’erano due
persone ed una in cui il soggetto era cosi da lontano che l’unica
cosa che si distingueva era il paesaggio.
-Talvolta arrivano mail di “insulti”,
se cosi si possono chiamare, rigorosamente in forma anonima poiché
le persone rispondono direttamente dai siti su cui pubblichiamo gli
annunci. E’ capitato che scrivessero che l’annuncio era falso e
minacciassero di fare una denuncia perché in quel modo si prendevano
in giro le persone disperate, che scrivessero che dovevamo
vergognarci perché non avevamo mai risposto ad una persona che aveva
già mandato decine di volte il suo Curriculum, che ci dicessero che
eravamo degli incompetenti, nascosti dietro un PC e seduti ad una
scrivania, che si prendevano gioco della condizione di disoccupazione
della persone.
Qualche consiglio a chi cerca lavoro?
Innanzitutto di non stancarsi e non
scoraggiarsi. Di posti di lavoro ce ne sono sicuramente meno che un
tempo e le persone che cercano sono tante, ma se si hanno delle
capacità, un po’ di flessibilità e si è determinati prima o poi
qualche opportunità può arrivare. Ci possono essere colloqui che
non vanno a buon fine, ciò non vuol dire che non si troverà mai
lavoro e ci si deve arrendere. Semplicemente in quell’occasione
magari c’erano persone più vicine a ciò che il selezionatore
stava cercando.
Essere sinceri, sia nel CV che in fase
di colloquio. Non dare disponibilità di orario che non si hanno, non
fingere di aver già svolto per anni mansioni che a mala pena si
conoscono, non inventare esperienze di lavoro che non sono mai state
fatte. Magari in un primo momento e in certi casi il selezionatore
potrebbe anche cascarci, ammettiamo anche che vi faccia un contratto
di lavoro. Non appena l’azienda (o il selezionatore) si rendono
conto che la persona aveva mentito (e vi assicuro che generalmente
avviene dopo la prima ora di lavoro) le conseguenze sono sempre molto
gravi e si rischia di compromettere eventuali altre opportunità
future.
Un altro consiglio riguarda la presentazione del CV: non
troppo lungo e noioso, ma nemmeno troppo sintetico. Scrivere le cose
in modo chiaro e solo ciò che è fondamentale, soprattutto
riguardo alle mansioni svolte in precedenza (scrivere
semplicemente”Operaio” in tutte le proprie esperienze non aiuta
molto il selezionatore a capire se il CV è compatibile o meno con
quello che sta cercando, vale la pena di specificare almeno il
settore e la mansione svolta); indicare anche le date delle
esperienze e i nomi delle aziende.
Consiglio per i neo diplomati o
neolaureati: magari non avrete esperienze di lavoro da inserire nel
CV, ci può stare, ma mettete tutto ciò che possa far capire che
persona siete e che qualità avete da offrire al mondo del lavoro
(avete fatto stage scolastici o corsi di formazione per lingue
straniere o PC, viaggi studio all’estero, siete allenatori in
qualche disciplina sportiva, animatori presso centri ricreativi, vi
dilettate nella scrittura o nella musica ecc.)
Certamente non si può non
consigliare di iscriversi a tutte le agenzie per il lavoro, di
monitorare sui siti di annunci le ricerche di lavoro inerenti le
proprie competenze e magari fare anche una mappatura delle aziende
della zona in cui abitato e in cui vi piacerebbe lavorare (o quelle
in cui pensate che le vostre conoscenze/competenze potrebbero essere
apprezzate)
Ultimo, ma non meno
importante...Presentarsi bene! Anche se non avete familiarità con i
colloqui e il mondo della selezione del personale, il segreto è
mostrarsi sicuri, determinati e decisi. Niente incertezze, sguardi
persi nel vuoto, risposte evasive; se anche non siete ancora convinti
di quale sarà il vostro percorso e valutate più strade,
argomentate ciò che dite in modo da non dare l’idea di essere
colti impreparati. Cercate sempre di portare la conversazioni su
quelli che sono i vostri punti di forza, o su quello che ritenete
più significativo per descrivervi e valorizzarvi al meglio!
Un ringraziamento particolare a questa amica, con cui condivido più di una passione (nonché l'amore per lo stesso calciatore) che è stata gentilissima e disponibilissima. Grazie davvero!!!