mercoledì 16 dicembre 2015

Di febbre, conferenze e paura di essere morsa

Ieri avevo la febbre.
Viene da se che, avendo la febbre, ero a letto in punto di morte, circondata dai miei cari che cercavano di convincermi che sarei sopravvissuta e che no, i dolori ossei non avrebbero avuto la meglio su di me. Nessuno rispettava la mia volontà di procedere con l'estrema unzione, ma tant'è.
Stamattina stavo meglio, dopo aver ingerito Tachipirina come se non esistesse un domani nel tentativo di salvarmi la vita, quindi sono andata a fare una conferenza.
Conferenza è come l'hanno definita loro, io appena ho sentito la parola conferenza e visto un'aula gremita di ragazzi, volevo simulare uno svenimento, fare chiamare l'ambulanza e tanti cari saluti.
Ho rifletutto a lungo su come vestirmi e, alla fine, ho ceduto al mio solito abbigliamento: jeans, una maxi maglia e stivali -il tutto accompagnato da unghie natalizie e  occhiali da sole, nonostante la pioggia (e no, non metto gli occhiali da sole quando piove perché sono sborona, ma perché sono troppo pigra per togliermeli quando mi accorgo che sta piovendo). Io ci ho provato ad apparire come una persona adulta, ma niente: è più forte di me. Avevo vent' anni l' altro ieri, in fondo.
Mi hanno presentato come dottoressa che, diciamoci la verità: io so che è vero e che in teoria sono una dottoressa, ma faccio fatica a crederci pure io.
La Dottoressa che vi parlerà di comunicazione.
Io continuavo a guardarmi in giro nel tentativo di capire chi fosse questa dottoressa che avrebbe parlato di comunicazione e solo dopo un' attenta occhiata ho capito che, ebbene si, stavano parlando di me.
E quindi mi sono giocata il cavallo di battaglia: Mtv e 16 anni e incinta Italia.
Solo che loro erano cento o forse duecento e io una, per giunta malata e quindi ero terrorizzata, avevo paura si alzassero dalle poltrone di questa aula magna, mi mordessero, mi mangiassero il cuore e quella roba lì che notoriamente fanno gli adolescenti.
Solo che poi li ho guardati meglio e ho notato che non sono poi così diversi da come ero io dieci anni fa, quando andavo a scuola. Ho pensato a quanto amassi queste occasioni in cui almeno non eravamo costretti a stare in classe a fare lezione, a quanto mi piaceva quando potevamo stare anche con altre classi che si, nell'altra classe c'è sempre il ragazzo che ti piace.
Alla fine, dopo che ho parlato per un'oretta di Mtv, di televisione, di messa in onda, di affollamento pubblicitario, di personaggi famosi, di 16 anni e incinta, di Quattro Matrimoni, di blog e di qualche altra menata, mi hanno anche fatto delle domande. A me.
Quindi forse qualcosa di interessante l'ho detta. Mi hanno chiesto come si fa a lavorare in tv, se serve essere raccomandati, quanto si guadagna, perché ho l'accento romano, se è tutto vero quello che si vede.

Un'insegnante mi ha anche rimproverata perché non voleva passasse il messaggio che non servisse la laurea. E le ho dovuto spiegare che no, non serve la laurea per fare questo lavoro. Forse per fare il medico si, probabilmente anche per fare l'avvocato, ma non per fare il tecnico di messa in onda.
L'avevo già detto, ma forse non mi stava ascoltando.
Mi piace parlare di messa in onda, mi piace proprio. Mi piace parlare di televisione, mi piace fare conoscere questo mondo.
Un ragazzo mi ha detto che ho fatto due cose buone oggi: parlare di televisione e trasmettere un pò di ottimismo. Mi ha ringraziata perché non sono andata a raccontargli che c'è la crisi e che non hanno la minima speranza.
Che poi io sono ottimista perché se non lo fossi -almeno un pochino- sarebbe una tragedia.
Gli ho raccontato di come ho iniziato io, di come sono andate le cose. A qualcuno piacerebbe lavorare in tv, a qualcun altro piacerebbe scrivere.

Mi hanno anche portato un pezzo di torta. Con le nocciole. E non l'ho potuta mangiare.
Ma chi se ne frega se non l'ho potuta : la torta me l'hanno portata e mi sono quasi commossa.
E questi ragazzi vorrei vederli tra dieci anni, vedere come saranno, vedere se riusciranno ad arrivare dove vogliono arrivare,. E qualunque sia il loro sogno, io mi auguro davvero che ce la facciano.


E anche se sono venuta male in questa foto, se non ho potuto fare una foto con tutti, se la febbre non mi ha lasciata in pace, è stato bello incontrare questi ragazzi e queste ragazze. Molto bello.


La scuola superiore in questione è l'Istituto Tecnico Professionale Gaetano Salvemini di Palermo.

10 commenti:

  1. Grazie per la bella esperienza, sei stata fantastica!

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  2. Che bella esperienza!!!!!!!!!

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  3. Anche a me capita di tenere gli occhiali anche con la pioggia e certe volte cerco la "dottoressa" e sono già passati undici anni...
    Che bella esperienza, sarà stato emozionante, istruttivo e hai trasmesso tanto ai ragazzi. E' bello che si parli della tv quella vera, nel senso non quello che si vede afferrando il telecomando, ma quello che c'è dietro, il lavoro anche per fare un programma che può sembrare banale. A me piace tanto stare "dietro le quinte".

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    1. Anche io adoro il dietro le quinte... non potrei mai cambiarlo per il "davanti" :)

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  4. Bellissimo, comunque sei stata bravissima, i ragazzi di 16 anni fanno paurissima!!!

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