lunedì 30 novembre 2015

1998: l'anno che ha cambiato la mia famiglia

Il 1998 fu un anno che finì in modo orribile.
Una sera di fine Novembre squillò il telefono di casa nostra, rispose mio padre. Erano i Carabinieri di un'altra città della Sicilia che gli chiesero se aveva parenti lì e poi disse un nome.
Il nome era quello di mio zio, il fratello più piccolo di mia madre che viveva in quella città. Gli dissero che dovevamo andare lì. 
Poi richiamarono, dicendo di non correre, per evitare che succedesse qualcosa a noi per strada perchè ormai non c'era nulla da fare.
Mia nonna viveva con noi ed entrò nel panico, chiedendo cosa fosse successo a suo figlio. Mia madre provò a dirle di stare tranquilla, ma mia nonna non era scema e, soprattutto, i Carabinieri non chiamano per dirti cose per le quali puoi restare tranquillo.
Ricordo mia nonna seduta sulla sedia della cucina, ricordo mio padre seduto sul letto della mia stanza al piano di sopra che mi diceva cosa era successo. Avevo dodici anni, ero attaccatissima a mio zio.
Stava per trasferirsi a Palermo per motivi di lavoro ed ogni due settimane veniva da noi, mi passava a prendere a scuola, abbassava il finestrino della macchina e cantavamo a squarciagola le canzoni di Eros Ramazzotti che a lui piaceva tanto. Poi ci fermavamo a mangiare il panino con le crocche' e andavamo a casa, dove ci aspettava mia nonna che tanto amava quel figlio. Poi arrivavano i miei genitori ed era sempre bello perché se mia madre amava suo fratello, mio padre amava quel cognato ancora di più. 
Il sabato, mio zio andava all'ippodromo con mio padre a vederlo lavorare, in quei giorni mangiavamo sempre i suoi piatti preferiti, tra cui spiccava la frittata di patate fatta da mia nonna con le patate tagliate sottilissime se no mio zio non le mangiava. Ad oggi, nemmeno io mangio la frittata di patate se le patate non sono tagliate sottilissime. E lo stesso discorso valeva per le melanzane, che se non erano tagliate finissime venivano scartate. Anche io scarto le melanzane non tagliate finissime.
Non mangiava la salsa di pomodoro perchè gli faceva impressione.
Aveva 48 anni, era giovane, era buono.
E' morto d'infarto, viveva da solo e e i suoi amici, vedendo che non si era presentato ad un appuntamento -lui che era sempre preciso in queste cose- chiamarono i carabinieri che lo hanno trovato.
Furono i carabinieri ad avvisarci, per telefono.
Fu una tragedia: io piansi per ore, ebbi una crisi isterica; mia nonna impazzì perché il dolore per la morte di un figlio è qualcosa che credo di non potere nemmeno immaginare. Piano piano, grazie all'aiuto di alcune amiche, si riprese, anche se credo che quel dolore non sia mai davvero andato via.
Tornammo a Palermo dopo due giorni, con mio zio al seguito e la morte nel cuore.
Quell'anno, a casa nostra, oltre a non festeggiare i cinquant'anni di mia madre, non si fece l'albero di Natale. 
Mia nonna mi fece due regali: uno da parte sua e uno da parte di mio zio, a cui si aggiungeva una sua penna che io avevo sempre guardato e rimirato e che dicevo sempre che un giorno avrei voluto.
Sono passati poco più di 17 anni e l'albero di Natale, a casa dei miei genitori, non è mai più entrato.
Una serie di circostanze ha fatto si che entrambe le mie nonne morissero anche loro a ridosso del Natale, rafforzando questa usanza -forse un pò triste- di non fare l'albero.
Ricordo comunque Natali bellissimi, pieni di gente, ma l'albero no.
Qualche giorno fa ho chiamato mia madre e le ho detto che le portavo -io a casa mia lo faccio da sempre- un bell'albero di Natale, non grandissimo, ma comunque molto bello. Mi ha detto di no, poi non mi ha fatto aprire bocca e ha detto "ma si, dai". E quindi, quest'anno, a casa dei miei genitori, tornerà l'albero di Natale dopo 18 anni  -era il Natale del 1997- dall'ultima volta. 

Mio zio mi ha lasciato una cugina che è identica a lui, ma davvero identica e che, come lui, non mangia il pomodoro. Ci vediamo poco, ma le voglio bene, tanto bene. Per tanti motivi.

18 commenti:

  1. Che storia triste. Perdere qualcuno di così importante modifica le nostre vite per sempre.
    Vi auguro un Natale sereno col vostro nuovo albero , un natale con sorprese belle inaspettate

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    1. Speriamo sia davvero così, un pò di belle sorprese non guasterebbero :)

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  2. non puoi improvvisamente parlarmi di tuo zio. Ti ricordo che in clinica, quando SEI NATA, PRIMA DI ARRIVARE TUO PADRE è ARRIVATO LUI CHE VENIVA DA UN'ALTRA Città

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    1. Infatti era un super zio, per questo ne ho parlato, di modo che tutti possano saperlo!

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  3. Ho perso anche io la sorella di papà in un modo simile.
    Ci avvisarono i vicini, che si accorsero che le persiane quella mattina restarono inspiegabilmente chiuse.
    Ricordo il telefono che squillava a vuoto, i miei "no" urlati al telefono quando realizzai la cosa, la telefonata a mio padre e a mia madre (che erano ad un matrimonio) ed uno dei più lunghi viaggi della mia vita (mia zia abitava a 600 km da me).
    Era il 14 febbraio del 1999, lei era morta la sera prima, come si capì dal fatto che il letto era intonso.
    Fu una delle giornate più tristi della mia vita: una di quelle che non si dimenticano.

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    1. Purtroppo queste cose non si dimenticano mai.
      Sebbene la morte faccia parte del ciclo naturale della vita, si fa sempre fatica ad accettarla, figuriamoci poi se legata a shock simili :(
      Un bacio Cri!

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  4. Quando conobbi mio marito affermava di odiare il Natale per via di due tristi addii a ridosso di questa festa. Adesso fa l'albero di Natale, è lui a volerlo fare prima dell'otto dicembre, forse perché ci siamo conosciuti a fine novembre e abbiamo saputo di aspettare una bambina prima di Natale. Questo per dirti che ci sono tante feste tristissime e quasi li odiamo, ma la vita ci regala anche delle bellissime sorprese. Hai fatto bene a comprare l'albero.

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    1. Grazie :)
      Sicuramente l'averti conosciuta e l'aver saputo di stare per diventare papà ha reso speciale questo periodo. E' proprio vero che momenti associati a cose brutte possono, inaspettatamente, diventare belli :)

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  5. che triste...mi spiace tanto...non è "natale" senza le persone più care accanto!!! Però l'albero di Natale ci vuole...

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    1. Per fortuna, siamo comunque tanti che non è una consolazione, ma meglio di niente :)
      L'albero si, ci vuole :)

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  6. Che triste! Il Natale è un momento così importante e bello da vivere in famiglia.
    Brava che quest'anno hai riportato la tradizione dell'albero!

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    1. Devo comunque dire, per onore di cronaca, che ho sempre passato dei bei Natali, a parte quel primo, in cui eravamo tutti molto scossi, albero a parte che però quest'anno tornerà!

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  7. Ho perso mio cognato in modo simile. Tra le braccia di mia sorella, incinta di nove settimane, per un attacco di asma. Si erano sposati due mesi prima.
    Ho rivissuto tutto, leggendo il tuo post:l'attacco di panico nel giardino di mia sorella, il dolore che da tre anni non è ancora passato. Brucia meno ma è ancora lì.
    Sono eventi che ti segnano, che devi accettare, che tu costringono a farti forza ed andare avanti.
    Ma il finale della tua storia è un messaggio di amore e speranza.
    Grazie!

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    1. Silvia posso solo immaginare il dolore di tua sorella (e il tuo), queste cose non dovrebbero succedere, anche se alla fine purtroppo la vita è così e bisogna trovare il coraggio di affrontare tutte le brutture :(

      Un bacio enorme!

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    2. Purtroppo le cose brutte accadono e non le possiamo cambiare.
      Ma se invece di arrabbiarci con la vita la amiamo per ciò che ci riserva nel tempo che ci concede, avremo la possibilità di essere ancora più felici. Vado avanti con questo pensiero. E mi ha aiutata moltissimo

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    3. Silvia, è una bellissima cosa quella che mi dici e sono contenta.
      Io sono un'ottimista inguaribile, credo che se non lo fossi morirei...

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  8. Che storia triste. Però è sempre un piacere leggerti e confido nella speranza che c'è anche nel finale. Ciao Gilda

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