lunedì 21 settembre 2015

Quello che i grandi non dicono

Avete tutti fretta di diventare grandi, di andare fuori casa, di andare a convivere e sposarvi.
E avete anche ragione, che poi ci chiamano bamboccioni ed è fastidioso, molto fastidioso.
Però dovete sapere delle cose.
Una casa costa (qui per saperne di più), c'è l'affitto o il mutuo, c'è sempre qualcosa che si rompe, qualcosa che manca o qualcosa da sostituire. Ci sono i mobili da scegliere -che lo so che è una cosa tanto bella- ma qui sono passati cinque anni e ancora non abbiamo finito. Quante cose ci vogliono in una casa? A casa dei miei genitori c'era tutto, forse a loro avevano dato una casa full optional e a me il modello base.
Bisogna andare a lavoro. E bisogna andarci puntuali, non si può uscire quando si vuole e poi si è stanchi, ma bisogna comunque rifare il letto, riordinare la casa, mettere avanti la lavatrice, cucinare, fare la spesa (possibilmente prima di cucinare, sapete com'è), lavare i piatti. E anche spolverare, stirare (ma io ancora non ho nemmeno l'asse da stiro e probabilmente non ce l'avrò mai che anche il tavolo va benissimo), lavare il pavimento, mettere in ordine i vestiti (e no, non li lascio sulla sedia se no che ci ho messo a fare un anno per scegliere la camera da letto con l'armadio quattro stagioni? E che me la sono fatta a fare la cabina armadio?).
E i vetri? Persino i vetri vanno puliti, a casa dei miei i vetri erano puliti di default, forse erano vetri speciali auto pulenti, chi lo sa.
E bisogna chiamare l'elettricista, il caldaista, l'omino delle serrande (tanto rispetto per questa professione, ma non so come si dice), il frigorista, l'idraulico (che non sarà mai figo come nei film, sappiatelo) e un sacco di altra gente che non sapevo nemmeno che esistessero tutte queste professioni. E non sapevo nemmeno che costassero così tanto tutte queste cose qui, che se rinasco, altro che lavorare in televisione.

E poi bisogna andare all'Inps, all'Agenzia delle Entrate, alla posta (che sarà pure tutto informatizzato ormai, ma i francobolli non li vendono da nessuna parte e per mandare una lettera -a volte succede- bisogna prendere quei maledetti numerini che iniziano con la P e che di solito funziona che se avete il P56, chiamano fino al P55 e poi passano a C26, E95, A37, colpito, affondato e voi siete ancora lì), in banca, dal medico, in Comune, all'Aci, alla Motorizzazione e non so quanti miliardi di uffici abbiamo girato negli ultimi cinque anni, ma so che con il tempo che ho passato in fila -perché sono tutti sempre in fila per uffici, c'è sicuramente gente che non sa dove andare la mattina e va a fare la fila per hobby- potevo tranquillamente fare sei mesi di vacanza l'anno e sarei molto più rilassata.

Quando vivevo con i miei genitori, nella cassetta delle lettere trovavo le cartoline, adesso trovo solo rotture di scatole che io davvero non capisco. Sembra che lo sappiano "Questa qui ha messo su casa, mandiamole tutte le grane possibili e inimmaginabili". Che poi le grane si risolvono perché nel 90% dei casi sappiate che sarà un errore, a me l'Inps ha persino detto, alla veneranda età di 27 anni che quel codice fiscale non poteva essere il mio e che no, io non potevo essere nata a Palermo. E quindi gira per uffici, prenditi arrabbiature, finchè non riesci a dimostrare la cosa più ovvia del mondo ovvero che sei nata dove dici di essere nata ed esistono decine di documenti che lo provano, oltre alla parola di tua madre che è comunque sempre più attendibile di quella di un qualsiasi ufficio pubblico.
E poi tira fuori i soldi per le bollette, per i lavori del condominio, per qualsiasi altra cosa che non è l'ultima borsa di Stella McCartney, ma tant'è.
Diventerete brutte persone: non vi verrà più l'angoscia se si stinge una maglietta, ma se vi si graffia il tavolo bianco laccato...oh, lì si che la vostra furia omicida travolgerà tutto e tutti. Però adesso capisco mia madre quando per anni mi ha impedito di mangiare sdraiata sui divani di velluto rosso del salotto (ma poi ci ha fatto dormire i cani perchè, poveri cani, devono stare comodi anche loro).


Questi i grandi non ve lo dicono eh, ma sappiate che è tutto vero.
Ed è bellissimo, io non lo nego, ma non pensate che quando avrete una casa vostra sarà tutto sotto controllo, che mangerete pasta con la scatoletta di tonno rovesciata sopra (che poi, ho avuto un coinquilino che ha cercato di convincermi che era il piatto forte di sua madre, ma non è che se tua madre svuota una scatoletta di tonno sulla pasta in automatico è nouvelle cousine) e che farete festini ogni sera. Anche perché poi i vicini di casa si lamentano. E i vicini di casa non sono mamma e papà, sappiatelo.

La foto del post è di Samira El Bouchtaoui.

8 commenti:

  1. come al solito sei stata molto ironica a dipingere la realtà, di cui siamo convinti, prima, che è molto più rosea.

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  2. Ma davvero si devono fare tutte queste cose??? :)

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  3. Hai proprio ragione!!
    Non lo sto vivendo sulla mia pelle ma ne sto avendo una piccola anteprima con il mio ragazzo che è appena andato a vivere da solo!!

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    1. Se è andato a vivere da solo da poco, il peggio deve ancora arrivare :P
      (anche se però ammetto che è bellissimo avere una casa propria)

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