giovedì 2 aprile 2015

Milan l'è un gran Milan

Milano. Caldo atroce, un sole che i milanesi non vedevano da almeno sei mesi, nessuna nuvola all'orizzonte.
E poi ci sono io, palermitana romanizzata.
Arrivo alla stazione, in anticipo di tre ore rispetto all'orario del mio appuntamento.
Va beh dai: per arrivare dove devo andare tre ore basteranno.
Devo prendere i mezzi pubblici e, si sa, a Roma per fare 10 km con i mezzi pubblici ci vuole mezza giornata.
Scendo in metropolitana e trovo un simpatico signore che mi vede con aria spaesata.
“Ha bisogno di aiuto?”
No dai, sta scherzando. E comunque non starà parlando con me.
“Signorina, ha bisogno di aiuto?”
Parla proprio con me. E già che non mi ha chiamata signora, ma signorina, lo amo.
“Buongiorno, io dovrei andare qui”
“Sono 10 fermate di metro”
Lo sapevo io, arriverò in ritardo.
“Ci vogliono cinque minuti, la metro passa ogni due minuti al massimo”
Sto sognando. Ditemi che è un sogno.
“Senta, ma visto che ci vogliono cinque minuti, se io volessi andare in Corso Matteotti, ce la faccio?”
“Ma certo, per Corso Matteotti sono dieci minuti. Ci vuole così tanto perché deve cambiare metro”
“Prenda la metro verde fino a Cadorna, poi li cambia con la metro rossa e scende a San Babila, lì c'è la biglietteria, il biglietto costa 1,50€”
Intorno a me vanno tutti di corsa, forse c'è la fine del mondo e io non lo so.
Proviamo ad andare in Corso Matteotti va. Intanto gli altri continuano a correre.
Otto minuti dopo sono a Piazza San Babila. Tempo di attesa al binario: 12 secondi per ciascuna metro. E sono pure riuscita a sedermi sulla metro.
Forse è una candid camera.
Ho fame, mangiamo un panino va.
“Buongiorno, vorrei questo panino. Senta...”
“Vuole le patatine frisè?”
Cavolo sono le patatine frisè?
“Ehm, certo patatine frisè”
“Ecco a lei, sono 7 euro”
“Senta...”
“Può mangiare fuori oppure può accomodarsi al primo piano. Al piano -1 trova i bagni ed eventualmente può accomodarsi anche lì”
Io volevo solo sapere se potevo sedermi fuori, ma sai mai mi dovesse scappare la pipì, la signorina mi ha anticipato.
Intorno a me la gente corre anche mentre mangia. Dove andate così di corsa? Vi prego, ditemelo, magari è un posto dove voglio andare anche io.
CORRONO. CORRONO. CORRONO.
Il tempo che io ho dato il primo morso al mio panino loro sono già arrivati a Parma.
Al secondo morso, sono già tornati.
Nessuno vuole fare amicizia con me, forse vado troppo piano per i loro gusti.
E poi danno tutti del lei. A Roma nessuno da del lei. Sono tutti amici tuoi da anni, ma non lo sai.
“Ciao, ti serve una mano?”
“Ciao, vuoi un panino?”
Ok. Panino mangiato, patatine frisè gustate, caffè preso. Adesso sigaretta.
Ma non c'è una panchina. Pare brutto se mi siedo su quel bel gradino davanti la vetrina?
Io ci provo. Ehm, no: nemmeno mi sono seduta e mi guardano male in quindici. Sto in piedi, magari corro un po' pure io.


Facciamo che riprendo la metro e vado al mio appuntamento.
Dopo dieci minuti sono arrivata. Dai, non può essere vero.
Prendiamo un altro caffè allora.
“Buonasera, vorrei un caffè macchiato”
Pago.
“Può darmi un bicchiere d'acqua, per favore”
“Certo. Sono venti centesimi”
Non ho capito. Cioè, ho capito che vuole venti centesimi, ma non ho capito per cosa.
Arrivo al mio appuntamento, con venti centesimi di meno perché ho pagato il bicchiere d'acqua.
Io sono puntualissima, come sempre. Una delle due persone con cui ho l'appuntamento è in ritardo di tre minuti. E si scusa.
“C'era molto traffico e il taxi ci ha messo molto più del previsto. Sono stato bloccato quaranta minuti”
Scusa, ma se sei rimasto bloccato quaranta minuti nel traffico e sei arrivato in ritardo di tre minuti, quanto prima sei partito?
E poi, scusa, ma ti stai scusando per tre minuti di ritardo? Qui non usa il quarto d'ora accademico? Non date un orario e vi presentate, che ne so, mezzora dopo per hobby?
Ore 18.30 appuntamento concluso.
Ore 19.30 ultimo treno per Roma, a meno che non voglio prendere l'Intercity Notte che ci mette tre giorni.
Corro anche io, tanto qui corrono tutti, nessuno farà caso a una matta che corre.
Scendo in metro e una vocina annuncia che dalle 18 è partito lo sciopero dei mezzi, quindi potrebbero esserci dei ritardi. Sto già cercando su google un albergo, quando, trenta secondi dopo arriva la metro.
“Scusi, da quanto la stavate aspettando?”
Eh, figa, io ero qui da almeno un minuto e mezzo”
Mai stato a Roma eh, amico?
“Capisco. Un deplorevole ritardo. A chi devo scrivere per fare causa all'Atm?”
Dieci minuti dopo sono in stazione.
“Salve, vorrei un biglietto per Roma”
“OTTANTASEI EURO”
“Ho detto Roma, non Miami”
Ottantasei euro in meno dopo, la gente intorno a me continua a correre e io non ho ancora capito perchè. E vado piano. Tanto a me che mi frega? Io il mio biglietto ce l'ho.

Promemoria per i mesi a venire: devo correre, devo dare del lei a tutti e devo portarmi l'acqua da casa.

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