mercoledì 18 marzo 2015

Domande e risposte sulla ginnastica artistica

E alla fine è successo. Era inevitabile.
Qualcuno ha incontrato mia madre e le ha detto:"Mi piace il blog di sua figlia, è bellissimo, fighissimo, divertentissimo".
Io lo so, la genitrice stava già pensando a cosa potesse volere questo tizio, ma la discussione non è finita lì.
"Posso farle una domanda?"
(segue momento di silenzio della genitrice disperata)
"Ma la ginnastica a sua figlia piace sul serio?"
"Ehm, si"
"Ma qualcosa ne capisce?"
La genitrice a quel punto ha invocato una tempesta di fuoco sul suo interlocutore.
Succede. Sempre.
Non bisogna solo combattere con lo streaming che non c'è, con le ginnaste che si ritirano, con quelle che si infortunano, con il toto convocazioni, con le invasioni aliene. NO.
Ci sono anche i non seguaci della ginnastica che fanno le domande.
"Ah, ti piace la ginnastica?"
"Si, mi piace tantissimo, la seguo. Sai il prossimo mese ci sono gli Europei"
"Ma sono quelle con la palla e il nastro?"
"Ehm, no. Quella è la ritmica, quella che piace a me è l'artistica"
"E che cambia?"
Ecco, hai presente la differenza tra il giorno e la notte? Tra l'estate e l'inverno?
"Ma perchè la ginnastica e non un altro sport?"
Io ci ho provato, lo giuro. Una volta ho visto una finale di pattinaggio sul ghiaccio. E mi sono addormentata. Non finiva più.
Non dico che gli altri sport siano brutti, non mi permetterei mai, ma già la mia vita da fan squilibrata è difficile, perchè devo anche sentirmi  fare queste domande? Che ho fatto di male?
E comunque io mica chiedo alle persone perché  piace il giallo e non il blu.


"Ma la ginnastica che guardi tu (silenzio preoccupante di dieci secondi)... è quella in cui le ginnaste si attaccano agli anelli?"
"In realtà, gli anelli sono un attrezzo maschile, non femminile. Gli attrezzi femminili sono..."
(Perchè prima mi fate le domande e poi mi interrompete quando provo a rispondere?)
"Gli anelli di Yuri Chechi?"
"Esatto, gli anelli erano l'attrezzo di punta di Yuri Chechi"
"Ma Yuri Chechi è una ginnasta?"
"Semmai è un ginnasta. MASCHIO"
"Ma la ginnastica artistica non è uno sport femminile?"
Ma se hai appena nominato Yuri Chechi, che forse
 è pure bruttino, ma di sicuro è un uomo, perchè mi fai questa domanda? Perchè?
"Ma se ci sono pure i maschi, perchè guardi solo le femmine?"
"Guardo anche la maschile, in realtà, però preferisco la femminile. Ho pure il mio ginnasta del cuore"
"Ahahahahahaha ti piacciono i ragazzini"
"Veramente il ginnasta a cui mi riferisco ha 36 anni"
"Ma è vecchio!!!"
"Scusa, ma tu hai 42 anni, è più giovane di te"
"Ma io non sono un ginnasta!"
Ah, adesso capisco: deve essere quella strana mutazione genetica per cui un ginnasta invecchia di sette anni per ogni anno che compie. Tipo i cani.
Dai Alberto, hai solo 252 anni, ma li porti benissimo. E questo è l'anno buono, me lo sento!
E non è finita qui perchè a volte si ha la (s)fortuna di trovare qualcuno che, per fare qualcosa di diverso, ha voglia di vedere una gara con te. Io ne trovo un sacco di queste persone. Lo fanno perchè mi vogliono bene. E io gliene sono grata, davvero. Però se la prossima volta avete un impegno, non c'è problema. Io sto bene anche da sola.
A parte Fidanzato che, ogni santissima volta, chiede:"C'è Vanessa? C'è Carlotta?" e quando gli rispondi che stai guardando i campionati nazionali russi, ti dice:"Si, bello. Ma Carlotta c'è? E Vanessa?
A scanso di equivoci: non è che gli piacciono particolarmente queste due ginnaste. 
E' che, nel dubbio, lui ripete questi due nomi perché sono gli unici che si ricorda. E li ripete a casaccio: Serie A, campionati russi, Secret Classic, campionati regionali su Plutone, Yuri Chechi agli anelli.
Ecco, dicevo, a parte Fidanzato, ci sono quelli che proprio non ce la fanno. E partono con affermazioni e domande non richieste.
"Ma l'Italia c'è?"
"Si, abbiamo una ginnasta italiana"
"Vince?"
Se sapessi chi vince una gara in anticipo starei bancando scommesse clandestine in Galles.
E sarei ricca, molto ricca.
"Guarda, quest'esercizio è bellissimo"
"Si, ma ha una D bassa"
"In che senso?"
"Nel senso che il punteggio di un esercizio di divide in due parti: punteggio D, che è più o meno l'insieme delle difficoltà, e punteggio E, che è dato dall'esecuzione"
"E chi lo decide?"
"C'è un codice dei punteggi che viene rifatto sostanzialmente dopo ogni Olimpiade e i giudici si basano su quello"
"E perché?"
Perchè due non fa tre. Che ne so io perchè? Perchè qualcuno avrà deciso così e quel qualcuno, guarda caso, non sono io.
"Ma l'esercizio più facile è più bello. Deve vincere l'oro"
Beh, se fosse così a fare le Olimpiadi ci andrei io. O forse io no. Ma al liceo avevo un sacco di compagne di classe che sapevano fare la ruota. Dai, chi è che, a parte me, non sa fare la ruota?
Tutti sanno fare la ruota. E quindi tutti potrebbero andare a fare ruote alle Olimpiadi e vincere una medaglia d'oro.
"E tu come lo sai che c'è un codice dei punteggi?"
Per lo stesso motivo per cui un tifoso di calcio sa che esiste il fuorigioco. Dovranno attenersi a qualcosa per dare il punteggio, no?
E io ho studiato, come d'altronde studiano tutti quelli come me. Ho imparato il codice dei punteggi, ho imparato i nomi degli elementi (e, con il tempo, anche a riconoscerli), ho imparato un sacco di cose. Ma no, non puoi imparare quello che io ho imparato in dieci anni, in due ore di gara.
Se lo fai, sarò costretta a ucciderti perchè io ci ho messo dieci anni, tu non puoi metterci due ore.

"Ma perchè guardi le gare di notte?Non possiamo dormire?"
"Perchè c'è il fuso orario e se lì, nel posto X, sono le 3 di pomeriggio, qui sono le 4 di mattina"
"Ma scusa, perchè non le fanno a un orario più comodo?"
Ti do una dritta, al mondo non c'è solo l'Italia. Ci sono anche altri paesi. E il fuso orario non è un'invenzione dei complottisti. Esiste e tocca farsene una ragione.
E poi, inevitabilmente, arriva l'urlo di dolore:"aaaaaaaaaaa è cadutaaaaaaa"
"Si, lo so, succede. Speriamo non si sia fatta male"
"Ma perchè guardi uno sport violento in cui le ginnaste cadono?"
La ginnastica è uno degli sport con il più alto rischio di farsi male, ne sono consapevole. E quando una ginnasta si fa male a me dispiace moltissimo e -come ho detto alla mamma di una ginnasta che si è fatta male- mi dispiace anche per i genitori che vedono figlie e figli farsi male.
Ma definire la ginnastica artistica uno sport violento mi sembra un pò esagerato.
E poi, si fanno male anche nel calcio, nel nuoto, nell'atletica leggera.


Ma i momenti peggiori, quelli in cui proprio viene fuori il mio istinto omicida, sono le gare a squadre.
Già soffro tantissimo in una finale individuale, figuriamoci in una finale a squadre in cui devi aspettare che tutte facciano l'esercizio. E poi magari due lo fanno bene e la terza cade.
"Ma la ginnastica è uno sport a squadre?"
"Si, anche: ci sono le gare a squadre, quelle individuali su tutti e quattro gli attrezzi, quelle individuali su un singolo attrezzo"
"E perchè se è una gara a squadre, le ginnaste non fanno tutte l'esercizio contemporaneamente?"
Ho anche provato a immaginarmi quattro ginnaste contemporaneamente sulla trave, ci ho provato davvero, ma con tutta la mia più fervida immaginazione non ci sono riuscita.
Ma la cosa più tremenda è che alla fine di tutte queste estenuanti domande, arriverà sempre QUELLA DOMANDA: Ma le ginnaste che piacciono a te, la palla e il nastro, dove li hanno lasciati?


Le foto del post sono della Federazione Ginnastica d'Italia e di Filippo Tomasi

2 commenti:

  1. Nemmeno io capisco niente di ginnastica, ma trovo che i tuoi post sono molto divertenti e stando ai like, sei seguita. Le uniche volte che ho seguito la ginnastica è stato per le Olimpiadi e poi perchè qualche anno fa una famosa ginnasta rumena era se non sbaglio la compagna del figlio di Ceaucescu.

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    1. Non era proprio la compagna,lei è scappata negli States per questa cosa :)
      (era la Comaneci).

      Grazie per i complimenti!

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